E’ reato, e non soltanto sanzione amministrativa, usare negli studi professionali programmi software pirata ovvero senza licenza d’uso. Ne  risponde personalemente il titolare dell’attività.

E’ quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 25104, ha confermato la responsalità penale del titolare di uno studio professionale nel quale erano stati trovati una serie di programmi senza licenza.  La terza sezione penale ha affermato che “la detenzione e l’utilizzo di numerosi programmi software, illecitamente riprodotti, nello studio professionale rende manifesta la sussistenza del reato contestato, sotto il profilo oggettivo e soggettivo”.

Corte di Cassazione, sentenza 25104 del 19 giugno 2008. [ scarica la sentenza ]

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